Morfologia
Sedentaria per gran parte dell’anno, questa specie fa registrare erratismi anche cospicui o veri movimenti migratori durante l’inverno, condizionati verosimilmente dalla difficoltà di reperire cibo nelle contrade abituali; in alcune zone ricche di prede sono stati osservati in tali frangenti assembramenti anche di varie decine di individui. A differenza del più eclettico allocco, questo gufo fa dipendere la propria alimentazione in maniera vincolante dalle disponibilità locali di micromammiferi (soprattutto arvicole e topi campagnoli), che solo parzialmente può integrare, nei mesi invernali, con qualche uccello passeraceo di modeste dimensioni.
Il gufo comune, facilmente riconoscibile per la presenza di prominenti ciuffetti auricolari, tenuti ben eretti quando è posato, l’iride vivacemente colorata di giallo-arancio, simile a un gufo reale in formato ridotto, mostra abitudini prevalentemente notturne e vive in distretti boscosi di varia composizione, a coni-ere come a foglia caduca, pianeggianti o montani, purché provvisti di ampie radure o di terreni circostanti aperti e coltivati in cui cacciare le sue prede preferite. In questi ultimi anni è stato trovato nidificante in varie zone della Pianura Padana (settori occidentali in particolare), lungo filari alberati e boschetti fiancheggianti fiumi, campi coltivati o presso risaie. Fattore importante per la sua affermazione, soprattutto in queste situazioni ambientali, è la presenza di numerose coppie di cornacchie e gazze, di cui può utilizzare i vecchi nidi per deporre le uova e allevare la prole.
A differenza di altri rapaci notturni, il gufo comune non sceglie cavità naturali (rocciose o di vecchi tronchi d’albero) per nidificare, ma sfrutta nidi a cielo aperto di corvidi (occasionalmente, presso garzaie, anche di ardeidi), ad altezze variabili tra i 3 e i 10 metri dal suolo. Recentemente sono stati accertati in Italia anche due casi di nidificazione direttamente sul terreno, fra erbe e bassi cespugli, evento considerato eccezionale o raro anche nel resto d’Europa, soprattutto alle nostre latitudini.
Il periodo riproduttivo inizia ai primi di marzo o in aprile, preceduto e accompagnato nelle sue fasi iniziali da una moderata attività di “canto”; la voce di questo strigide è un profondo ululato, di timbro grave, emesso in prevalenza dal maschio.
Viene deposta normalmente una sola covata annua, composta di 4-5 (2-9) uova bianche che schiudono dopo circa 4 settimane d’incubazione, portata a termine dalla sola femmina. I piccoli, rivestiti alla nascita di un candido piumino, possono apparire con lo sviluppo di mole differente e abbandonano il nido dopo 20-25 giorni, sovente prima di aver acquisito la capacità di volare, abbarbicandosi sui rami vicini, sempre sorvegliati da presso e alimentati dei genitori.
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